In una lunga intervista il capitano di fregata non nasconde la sua amarezza e non esclude di reagire in modo clamoroso, anche pensando di lasciare la divisa. De Falco racconta che qualche giorno fa il comandante Faraone lo ha convocato nel suo ufficio comunicandogli che avrebbe dovuto lasciare tutti i ruoli operativi per trsferirsi in un ufficio amministrativo; con amarezza sottolinea che negli ultimi dieci anni ha rivestito ruoli nel settore operativo raggiungendo una grande competenza: “Ma sono un militare e obbedirò presentandomi al nuovo incarico”.
L’intervistatore nomina Schettino e De Falco non può non fare un parallelo tra la sua vicenda e quello del comandante della Costa Concordia, il quale è salito in cattedra alla Sapienza di Roma ed è conteso dai media e dai circoli del potere: “Questo Paese è storto, privo di riferimenti corretti in cui le persone rispondano per il ruolo e la responsabilità che hanno” e si dichiara sicuro che il suo spostamento ha a che fare con il suo ruolo nella vicenda della nave da crociera affondata al largo dell’isola del Giglio: ” Non ho riferimenti precisi, ovviamente, ma non può essere una coincidenza il fatto che dopo di allora a me non sia stato affidato nessun incarico di comando, come invece ad altri miei colleghi. Del resto quella sera feci qualcosa che non mi competeva, poiché ero a capo dell’unità costiera di guardia a Livorno che ha un ambito geografico coincidente con le acque antistanti la provincia. Il naufragio avvenne a Grosseto e io sono stato chiamato dalla sala operativa della direzione marittima regionale”.
De Falco ora medita il da farsi e confessa di pensare di lasciare addirittura la divisa: “Che senso ha servire un Paese che non sa premiare i suoi uomni migliori?”