Un menù A e un menù B. O se si preferisce: un pranzo completo e uno più snello, o meglio “semplificato”, in quanto privo di secondo e contorno. Si potrà scegliere a in base alle disponibilità economiche e al peso sui conti familiari legato al pasto quotidiano dei propri figli a scuola. Sì, la mensa di materne, elementari e medie, che a Gallarate con un’amministrazione comunale di centrosinistra si avvia a una significativa rivoluzione socio-politica. Come si evince dal bando di gara per l’assegnazione del servizio e, soprattutto, dalla conferma dell’assessore Sebastiano Nicosia (Pubblica istruzione). Il quale molto candidamente afferma: “Molte famiglie fanno fatica a pagare le rette. Non è una nostra percezione, bensì un problema manifestato. Quindi, ci sarà anche un menù a un costo minore”. E con meno pietanze. Insomma, a voler essere cattivi – o semplicemente schietti – si potrebbe malignare che la giunta Guenzani stia ufficializzando a scuola la distinzione tra bimbi ricchi e bimbi poveri. Per i primi c’è la carne, per i secondi no. In barba ai principi ispiratori dell’alleanza di governo che vanno dal cattolicesimo sociale alla sinistra vendoliana. Infatti, tra chi si è imbattuto nel bando pubblicato sul sito comunale e chi ha sbattuto contro i beninformati di Palazzo, in città comincia a girare proprio quest’acida critica. Non soltanto negli ambienti politici. Rilievo che, peraltro, si accompagna sempre a una domanda: ma perché al posto di prevedere differenze, se si è presentata un’esigenza diffusa, non sono state riequilibrate le fasce tariffarie a favore di chi è più in difficoltà? Del resto, sul prelievo fiscale questa amministrazione ha dimostrato di saperlo fare. Comunque sia, la gara per affidare il servizio di refezione scolastica è aperta e il termine per presentare le proposte sono le 12 del 10 ottobre prossimo. Valore dell’assegnazione: 10 milioni 899mila 253 euro e 69 centesimi Iva esclusa. Durata dell’appalto: dal 7 gennaio 2015 al 31 luglio 2019. Nicosia aggiunge: “Diverse famiglie, che faticano a pagarla, avevano domandato di esonerare i propri figli dalla mensa scolastica. Purtroppo, però, è un obbligo, è come un’ora di lezione. Non è possibile dare l’autorizzazione a saltarla. Con il menù semplificato a un costo minore, per il quale ci sono state richieste, si viene incontro alle esigenze sia della scuola sia dei nuclei familiari che possono spendere meno. E’ un esperimento”.
fonte: prealpina