Secondo le ultime notizie, Giulio Regeni, il giovane 28enne ricercatore italiano al Cairo, sarebbe stato ucciso da agenti segreti sotto copertura, molto probabilmente appartenenti alla confraternita terrorista dei Fratelli musulmani, per imbarazzare il governo egiziano.
È questa la tesi del quotidiano filo governativo egiziano ‘AlYoum7 – lo stesso che pubblicò l’intervista nella quale il titolare delle indagini, il generale Khaled Shalabi, parlò di un incidente stradale – che ha inoltre annunciato che gli inquirenti egiziani sarebbero molto vicini ad una svolta nel caso di Regeni. Una svolta che, almeno al momento, non è stata comunicata agli investigatori presenti al Cairo. Per questo le autorità italiane restano in attesa, di capire se vi sia qualcosa di concreto in quel che scrive Youm7 e, soprattutto, di avere in mano le ‘prove’ che consentano di ricostruire esattamente quanto accaduto e di escludere che si tratti di una ‘versione di comodo’ costruita ad arte. Già la settimana scorsa, d’altronde, era circolata la voce di due arresti, poi derubricati a semplici sospetti dalle stesse autorità egiziane.
Fonti italiani hanno fatto sapere che gli egiziani avrebbero tentato di forzare la mano mettendo sul piatto due colpevoli per chiudere la vicenda, ma davanti alla ferma opposizione italiana avrebbero dovuto fare marcia indietro. Nell’articolo pubblicato da Youm 7 si afferma inoltre che dopo aver ricevuto il rapporto medico legale sul corpo di Regeni e quello degli operatori della telefonia sulle telefonate in entrata e in uscita dal cellulare del ricercatore, la procura di Giza, «i servizi di sicurezza e le varie autorità competenti stanno intensificando gli sforzi e raccogliendo tutti gli elementi possibili per giungere a capire quanto accaduto e chiarirne la dinamica». Se si tratti dunque dell’ennesimo depistaggio e di qualcosa di concreto, lo si saprà probabilmente nelle prossime ore.