«Rivoglio le mie bambine. Non è vero che sono morte. Non è possibile». E’ disperata la madre che ha perso le due figlie nell’incidente sulla via del mare, a Roma, domenica scorsa. La donna è stata informata della tragedia tre giorni dopo l’incidente. Il marito le ha infatti detto che non avrebbero più rivisto le loro piccole Valentina e Alessia, 8 e 12 anni. I medici dell’Aurelia Hospital, dove la donna è ricoverata per le fratture riportate alle gambe, l’hanno dovuta sedare. «La nostra vita è finita», ha pianto anche il papà.
La giustizia intanto fa il suo corso. Ieri pomeriggio le salme delle bambine sono state sottoposte all’autopsia presso l’istituto di medicina legale del Gemelli su disposizione del pm Tiziana Cugini, titolare dell’inchiesta. Il magistrato, accertato infatti che la donna guidava in stato di ebbrezza, con un tasso alcolemico del 2,5 grammi al litro (forse per superalcolici) ha disposto che il medico legale stabilisca, dalle lesioni riportate, se le bambine al momento dell’incidente indossavano le cinture di sicurezza. Nel caso, purtroppo probabile, che le bimbe non fossero assicurate alle cinture, la posizione della donna potrebbe ulteriormente aggravarsi.
Jacqueline De Paula, che era alla guida della sua Punto, e il quarantenne conducente di una Audi coinvolta nello scontro (e che viaggiava a 120 chilometri orari), sono stati nel frattempo iscritti nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo plurimo e lesioni aggravate. Per la mamma, una trentaseienne di origine brasiliana e dipendente di una ditta di pulizie, è stato contestato anche il reato di guida in stato di ubriachezza.
