Sono ancora davanti gli occhi di tutti le disastrose immagini dello tsunami che più di un anno fa colpì il Giappone, danneggiando gravemente la centrale nucleare di Fukushima e dando inizio alla fusione dei noccioli dei reattori 1, 2, 3; eppure oggi il primo ministro giapponese ha confermato che è stato riattivata la centrale nucleare di Oi, riaprendo il reattore 3.
Già dalle scorse settimane, dal Giappone, arrivavano notizie inquietanti sul destino delle centrali nucleari danneggiate e per questo numerosi cittadini hanno dato il via a diverse manifestazioni contro la riparazione e la futura riapertura delle centrali.
La più imponente presa di coscienza è sfociata in un sit-in presso la residenza del primo ministro giapponese, Yoshihiko Noda, che ha vantato un numero di partecipanti che varia dai centocinquanta mila ed i duecento mila.
Il disastro di Fukushima, infatti, ha avuto conseguenze devastanti e gli esperti hanno dapprima catalogato l’incidente nucleare al quarto grado della scala INES ( una scala internazionale logaritmica composta da sette livelli e che indica la gravità di un incidente nucleare o radiologico) per poi aumentare al quinto, fino al raggiungimento, dopo un mese dai fatti, del settimo ed ultimo catastrofico grado.
Nonostante l’accertato disastro e nonostante gli specialisti abbiano dichiarato che nella zona della centrale di Fukushima si registri ancora un livello record delle radiazione, la riattivazione del terzo e, a breve, del quarto reattore, sono ormai certi, visto che, a dire del primo ministro, è impossibile mantenere lo standard energetico dei giapponesi senza l’aiuto del nucleare.