La Polizia Postale ha arrestato 4 persone ritenute vertice italiano del movimento internazionale denominato “Anonymous“. L’operazione è stata coordinata dalla Procura di Roma ed ha portato al fermo dei presunti hacker ritenuti affiliati di spicco del movimento anarchico del quale queste 4 persone ne utilizzavano il marchio quasi “in esclusiva” sul nostro territorio italiano. Le persone fermate sono accusate di aver effettuato attacchi ai sistemi informatici e a siti istituzionali. Venezia, Bologna, Roma, Torino, Lecce e Ancona sono le città presso la quali sono in corso indagini e perquisizioni. Sotto sequestro già grandi quantità di materiale informatico che sarà ora analizzato dagli esperti. Secondo gli investigatori, i quattro arrestati sfruttavano il marchio “Anonymous” anche per fini personali.
L’OPINIONE – Il clima di tensione che si è creato attorno al web in questi giorni è ingestibile e pensare che toccherà alla politica italiana (spesso distante dalla comprensione dei meccanismi della rete) occuparsi del problema, lascia quantomeno perplessi. Il web è, nel bene e nel male (riteniamo prevalentemente nel bene), uno strumento di controllo e verifica, oltre che di libertà di espressione e confronto, e pensare di mettere nelle mani dell’oggetto del controllo, ovvero Governo e vertici della politica, la gestione dei lucchetti da applicare alla rete, è un grave errore che mutilerebbe la speranza e voglia di democrazia partecipativa che nasce dalla rete, forse rompendo gli argini anche all’espressione meno civile della protesta. Se un giorno avremo paura di commentare un post su un social network oppure di scrivere un articolo su un sito di informazione libera e partecipativa come può esserlo il nostro Net1news, Agoravox o FanPage, se un giorno avremo timore ed ansia nel caricare contenuti attraverso un qualunque altro portale che gestisca articoli redatti da chi vuole esprimersi e far conoscere la propria opinione o chiave di lettura in merito a qualunque argomento, quel giorno la libertà di stampa sarà un ricordo lontano. In Italia purtroppo sia abituati all’idea che non tutto si possa dire e scrivere, e l’inconsapevole ed omertosa accondiscendenza al pensiero unico non può che facilitare l’avvento di una fase storica di limitazione della libertà di espressione del pensiero non allineato.