Mario Monti era disposto a parlare con Luigi Martinelli. Anzi no. E’ giallo sulla vicenda di Romano di Lombardia, dove l’imprenditore 54enne ha sequestrato 15 dipendenti nella sede dell’Agenzia delle entrate.
In conferenza stampa il procuratore di Bergamo ha detto che “se ce ne fosse stato bisogno”, il premier aveva dato la disponibilità, attraverso la sua segreteria, ad ascoltare Martinelli per cercare di placarlo e risolvere la situazione. Lo stesso imprenditore aveva chiesto di parlare al presidente del Consiglio per esporgli le sue ragioni. Passano poche ore e Palazzo Chigi smentisce tutto: Monti la disponibilità non l’ha mai data. “La notizia riportata dalla stampa è pertanto priva di fondamento”, si legge in un comunicato.
Rischia otto anni di carcere, invece, il 50enne che ieri ha fatto irruzione nella sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia, nel Bergamasco, tenendo in ostaggio fino a sera un dipendente in un gesto che, conclusosi senza vittime, pare essere stato provocato dalle difficoltà economiche dell’uomo.
Ieri sera poco dopo le 21, Martinelli si è arreso e consegnato alle forze dell’ordine pochi minuti dopo aver rilasciato anche l’ultimo ostaggio, un dipendente di lungo corso dell’Agenzia. Inizialmente aveva trattenuto altre 14 persone, rilasciate poi quasi subito dopo il suo ingresso nell’ufficio.
“Era una persona normalissima, era arrabbiato”, ha raccontato ai microfoni delle tv il carabiniere che ha condotto in prima persona la trattativa con l’uomo.
“Abbiamo raggiunto un accordo, l’ho convinto ad arrendersi e a rilasciare l’ostaggio”, ha aggiunto riferendo che il sequestratore voleva parlare con la stampa per “rappresentare il problema delle tasse”.