La necropoli di Pompei si trova al centro di una battaglia che va avanti nelle aule di giustizia. Lo scontro tra la proprietaria del terreno e la Soprintendenza Speciale dei Beni archeologici di Napoli e Pompei ora potrebbe finire all’asta. Il rischio? Che finisca in mano ad uno straniero o ad un privato. Il nome della proprietaria della necropoli è Antonietta Nunziata, 82 anni, che ha dato mandato al suo avvocato di organizzare la vendita privata del terreno dove si trovano due enormi monumenti funerari.
La donna aveva subito alcuni anni fa l’esproprio del giardino dalla sua villa nobiliare, 1.490 metri quadrati, e lo scorso luglio è riuscita a ottenerne di nuovo il possesso grazie ad una decisione del Tar della Campania. Quest’ultimo ha ritenuto che la Soprintendenza non ha mai formalizzato l’esproprio del terreno sul quale sono stati effettuati numeri lavori e scavi, durante i quali è venuta alla luce la necropoli.
Ieri, inoltre, la Soprintendenza avrebbe concesso 103.000 euro (dei 151.000 decisi dal Tar) come risarcimento dei danni causati dai lavori di scavo. In seguito a questa mancanza di denaro, l’avvocato della signora Nunziata ha deciso di avviare una nuova azione legale. In seguito, poi, alla richiesta di salvaguardare il terreno, ha deciso di procedere con la vendita all’asta, in completa opposizione con la volontà della Soprintendenza che ha sempre sostenuto che la procedura di esproprio, avviata dal 2008, ha subito ritardi dovuti ai continui ricordi della signora Antonietta. Il controllo e la tutela dell’area, come aggiunge sempre la Soprintendenza, sono garantiti dai provvedimenti di vincolo diretto ed indiretto delle strutture archeologiche.