PREDAPPIO – Il 29 luglio 1883, nasceva nella cittadina in provincia di Forlì-Cesena, Benito Mussolini. Lo scorso weekend, una non troppo nutrita rappresentanza di nostalgici fascisti, ha partecipato ad una serie di commemorazioni in onore del Duce, organizzata proprio nella cittadina romagnola. Tra i vari eventi, ricchi di ricordi e di rigurgiti di quei terribili anni, c’è anche stata una Messa commemorativa per il defunto. L’assenza del Parroco – don Ubaldo Tedaldi – è stata sopperita dal suo vice: niente di strano, anzi comune prassi parrocchiale. Se non fosse per quel piccolo particolare, che rendeva il prete che ha tenuto la celebrazione, una “mosca bianca”: anzi nera. Padre Martin – questo il nome del vice-parroco – è infatti originario della Nigeria: e non lo può nascondere. La sua “faccetta nera” è inconfondibile.
Dopo l’iniziale – si dice – stupore degli astanti, tutto però si è svolto regolarmente, anche al dire del padre nigeriano. Anche perché l’omelia è stata tenuta da Giulio Maria Tam, cappellano di scuola lefebvriana, da sempre simpatizzante fascista, attualmente estromesso dalla Chiesa dall’amministrare i Sacramenti. Tam, più che un’omelia liturgica, ha però tenuto qualcosa di simile ad un comizio, ricordando il valore delle Crociate, soprattutto adesso che l’invasione islamica starebbe assumendo dimensioni parossistiche (!? ndA). Ha inoltre invitato a riflettere sul nostro comportamente verso i musulmani, rimproverando i tentativi di dialogo dei popoli occidentali “Altro che tornare sui propri passi e chiedere scusa, come hanno fatto gli ultimi pontefici, altro che pacifismo e porgere l’altra guancia: i preti oggi si dimenticano di ricordare ai fedeli che Gesù ha cacciato due volte i mercanti dal tempio” – queste le sue parole.
La nostalgica rimpatriata, si è poi chiusa in grande stile, nel più italico dei modi: in trattoria!