BIANCAVILLA – Va in porto in un piccolo paese della Sicilia un’iniziativa contro la mafia sinora senza precedenti: chi denuncerà il racket delle estorsioni avrà l’esenzione dalle tasse locali per cinque anni e la possibilità di accedere agli appalti pubblici con procedure semplificate. “Vogliamo dire ai nostri imprenditori di gettare via il cappio del racket perché l’amministrazione comunale e le Forze dell’Ordine sono al loro fianco”. E’ l’invito del primo cittadino biancavillese, Pippo Glorioso. Ieri la sua giunta ha deliberato il rivoluzionario provvedimento. Un passo avanti significativo per l’affermazione della legalità in un’area della Sicilia martoriata dalle estorsioni mafiose. “La nostra è una scelta politica che va nella direzione della lotta alla mafia – spiega il sindaco di Biancavilla – Abbiamo voluto farla con forza: non una manifestazione di routine ma un atto concreto che crediamo possa rappresentare una svolta anche culturale rispetto alla lotta alla mafia e rispetto al racket delle estorsioni che sta strozzando le nostre imprese”.
Si tratta del primo passo di una serie di provvedimenti allo studio della giunta siciliana. Un sostegno per i negozianti e per tutti coloro che subiscono la pressione mafiosa. A Biancavilla, Adrano e Paterno si tratta di un fenomeno quotidiano da contrastare adesso con uno strumento che è più di un atto simbolico contro il crimine organizzato.
“Noi vogliamo lanciare ai commercianti, agli imprenditori ed ai professionisti un messaggio che è forte ma al tempo stesso anche semplice: state dalla parte della legalità. Chi ha il coraggio di denunciare chi impone il pizzo, per cinque anni sarà messo nelle condizioni di non pagare i tributi locali: sarà l’autorità giudiziaria ad informarci di volta in volta mentre noi faremo la nostra parte togliendo tasse come l’Imu, l’addizionale Irpef, la spazzatura, l’acqua e tutto il resto – spiega il Sindaco di Biancavilla – Daremo, alle ditte che hanno il coraggio di denunciare, l’affidamento di lavori fino a 20 mila euro se si tratta di opere pubbliche o fino a 10 mila per prestazione di servizi”.