E’ morta a Nairobi a causa di un tumore la biologa e naturalista Wangari Maathai. Nel 2004 ricevette il nobel per la pace, per aver saputo conciliare la preservazione dell’ambiente con i diritti umani, un grande impegno che ha fatto di lei la prima donna africana a ricevere l’importante riconoscimento. Ma Wangari Maathai non è stata soltanto la prima donna africana a ricevere il nobel, è stata anche la prima donna africana a ottenere il dottorato, nel 1964 si è laureata in America in Scienze Biologiche. Fondò nel 1977 il movimento “Green Belt” (cinture verdi), movimento ambientalista che aveva come scopo piantare alberi nelle zone rurali, difendendo e migliorando la biodiversità, unitamente al fatto di creare opportunità di lavoro soprattutto per le donne. E’ stata una donna che ha lavorato molto nella sua zona di origine, il Kenia, marciando sempre per i diritti e l’eguaglianza; questo le ha causato spesso arresti, minacce e percosse. Quando si inizia a lavorare per l’ambiente emergono tutti i fattori a lui connessi: corruzione, povertà, diritti umani violati, soprusi ed abusi soprattutto nei confronti delle donne e dei bambini, ed è impossibile pensare soltanto a piantare alberi, disse una volta in una intervista; è chiaro che il fine è realizzare un’opera che riequilibrasse un sistema completamente sconnesso ed ingiusto. Wangari Maathai era membro del Parlamento keniota ed è stata sottosegretario del Ministro per l’Ambiente e le Risorse Naturali. Una grande donna che ha messo la sua vita al servizio della giustizia, ma non quella giustizia che si discute e teorizza dietro le toghe, quella giustizia che si conquista attraverso il lavoro e l’impegno degli uomini comuni. Leggi l’articolo
