Graziano Mesina, tra i più famosi banditi sardi del dopoguerra, è stato arrestato all’alba di oggi dai carabinieri con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. L’arresto di Mesina è scattato durante un’operazione dei carabinieri coordinata da militari del reparto operativo del comando provinciale di Nuoro, alla quale partecipano anche militari dell’Arma di Milano, Cagliari, Oristano, Sassari, Reggio Calabria, ed inoltre i Cacciatori di Sardegna e i militari del decimo nucleo elicotteri di Olbia. Graziano Mesina, secondo gli inquirenti, sarebbe stato capo carismatico di una organizzazione che aveva base a Orgosolo, con disponibilità di armi, e che non si occupavano solo di stupefacenti, ma anche – hanno riferito i carabinieri – di rapine, furti e sequestri. Le misure cautelari sono state emessa dal gip distrettuale di Cagliari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, che ha diretto le indagini: finora sono stati eseguiti dai carabinieri 21 provvedimenti di custodia in carcere e cinque di arresti domiciliari.
Mesina saltò alla ribalta delle cronache quando fu scelto come mediatore per il sequestro del piccolo ismaelita Farouk Kassam, nel 1992, che fu vittima anche della mutilazione di un orecchio. Farouk fu liberato il 10 luglio dello stesso anno, nella provinciale tra Orgosolo e Nuoro nel corso della notte, in circostanze mai chiarite.
Graziano Mesina, 71 anni, “Grazianeddu” ,dopo 40 anni di carcere, una lunga latitanza, numerose evasioni e oltre 10 anni di domiciliari, aveva ricevuto la grazia dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 25 novembre 2004.
Ad Orgosolo, dove viveva, faceva la guida turistica portando i turisti nelle zone del Supramonte di Orgosolo e dei paesi limitrofi, che ben conosceva sin da ragazzo. Luoghi impervi che lo hanno ospitato nel corso delle sue lunghe latitanze.