Atlanta – Solo alcuni giorni fa abbiamo riportato la notizia degli ultimi quattro esemplari rimasti in vita di tartarughe giganti dal guscio molle dello Yangtze (Rafetus swinhoei), dei quali due maschi in Vietnam ed una vecchia coppia nello zoo cinese di Suzhou. La situazione per la grande raganella arboricola panamense “Rabbs’ fringe-limbed” (Ecnomiohyla rabborum) è ancora più complicata, poiché ne è rimasto in vita un solo ultimissimo esemplare, un maschio curato nello zoo americano di Atlanta e chiamato affettuosamente “Toughie” dai ricercatori. La storia di questa raganella è particolarmente drammatica ed è perfettamente inquadrata nella crisi per la biovidersità degli anfibi, le cui popolazioni mondiali sono state letteralmente sterminate negli ultimi anni da una letale forma di chitridiomicosi, patologia causata dal fungo Batrachochytrium dendrobatidis scoperto nel 1998. Toughie assieme ad altre centinaia di esemplari – tra girini, giovani ed adulti – fu prelevato dal suo habitat naturale panamense nel 2005, quando un team di ricercatori statunitensi decise di agire per salvare la sua specie dall’ormai certa estinzione provocata dall’inarrestabile proliferazione fungina. La missione, purtroppo, non fu un successo poiché tutte le misure di conservazione, nonostante le numerose squadre di specialisti a lavoro, non sono andate a buon fine: i girini non riuscirono a svilupparsi in laboratorio e tutti gli altri esemplari, uno dopo l’altro, cominciarono a perire anno dopo anno. L’ultima femmina della specie è morta nel 2009, proprio quando l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali) inserì la specie nella Lista Rossa con codice “in pericolo critico di estinzione”. Toughie ha avuto compagnia fino al 17 febbraio 2012, quando, a causa di un’altra malattia, i ricercatori hanno dovuto sopprimere con l’eutanasia il penultimo maschio di questa bellissima – e ormai prossima all’estinzione – specie. Quando l’animale fu soppresso, il vice direttore dello zoo di Atlanta Dwight Lawson rilascò la seguente dichiarazione: “Questa è la seconda volta nella mia carriera che posso vedere in vita l’ultimo esemplare della sua specie. Si tratta di una esperienza difficile da descrivere, siamo tutti più poveri per la perdita di una intera specie. Lo sterminio degli anfibi attualmente in corso ha spazzato via una ricchissima varietà di animali dal nostro pianeta, e sono disperatamente necessari ulteriori sforzi e risorse per fermare questa situazione drammatica”. L’ultima Ecnomiohyla rabborum sopravvive assieme ad altri anfibi in pericolo di estinzione in una sorta di incubatrice, protetta da infezioni ed altre malattie, ciò nonostante si tratta di un esemplare vecchio e presto, anche la sua specie scomparirà per sempre.