Tra gli effetti negativi dei cambiamenti climatici vi è senza dubbio l’invasione delle cosiddette specie “aliene”, che da habitat tropicali e subtropicali si stanno spostando a latitudini superiori – Europa compresa – trascinando con sé non solo problematiche ecologiche, occupando ad esempio le nicchie delle specie autoctone, ma anche di interesse sanitario, essendo talvolta veicolo di varie e pericolose malattie esotiche. Negli ultimi anni abbiamo avuto modo di conoscere la fastidiosa zanzara tigre (Aedes albopictus), giunta in occidente dall’inizio degli anni ’90, e il famigerato punteruolo rosso (Rynchophorus ferrugineus), che sta annientando milioni di palme anche nel nostro Paese, tuttavia, a preoccupare i sistemi sanitari occidentali è la possibile diffusione della cosiddetta zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti), le cui punture non trasmettono solamente l’omonima malattia, ma anche la febbre dengue, la temibile chikungunya ed altre patologie. Spinte sino ai nostri confini dai suddetti cambiamenti climatici, le zanzare della febbre gialla sono divenute un problema da risolvere con urgenza soprattutto negli Stati Uniti d’America, in particolar modo nella contea meridionale di Key West in Florida, ove sono stati registrati i primi casi delle malattie esotiche di cui sopra. A causa della resistenza sviluppata da questi insetti ai normali antiparassitari, anch’essi finiti più volte nell’occhio del ciclone, laboratori sparsi in tutto il mondo studiano da tempo tecnologie alternative per arginare queste invasioni, convergendo i propri sforzi sulle recenti conquiste dell’ingegneria genetica.
Dopo cinque anni di sperimentazione in laboratorio e sul campo, la Oxitec, un’azienda britannica, ha trovato la chiave di volta per ridurre drasticamente le popolazioni di zanzare della febbre gialla, ed è in attesa dell’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) americana per procedere al rilascio di milioni di zanzare Ogm sul territorio della Florida. La tecnica si basa sulla diffusione di insetti maschi ingegnerizzati con geni di virus, cavolo e corallo, la cui prole verrebbe programmata per morire prima di raggiungere l’età adulta. In questo modo, fecondando le femmine infestanti, in pochissimo tempo si avrebbe una riduzione sensibile delle popolazioni. Alcuni test sono già stati condotti con efficacia in Brasile e sulle isole Cayman, e sembra tutto pronto per procedere col progetto: “Dopo anni di spray, le zanzare hanno sviluppato resistenza alla maggior parte degli insetticidi – ha sottolineato Michael Doyle, entomologo presso il Mosquito Control District -, adesso vogliamo essere i primi negli Usa a provare qualcosa di nuovo”. Gli fa eco il collega Derric Nimo, responsabile scientifico della Oxitec: “Gli esemplari che rilasciamo sul territorio non vivono molto a lungo. Abbiamo visto che dopo i test, quando interrompiamo il rilascio, le zanzare Ogm non restano molto a lungo nell’ambiente”. In attesa che la FDA si pronunci, buona parte della popolazione di Key West ha già acconsentito al rilascio delle zanzare Ogm, sebbene non tutti siano d’accordo, come sottolinea una petizione contraria che conta già ben 150 mila firme.