KUALA LUMPUR – “Tutto bene, buona notte“. Queste sarebbero le ultime parole pronunciate nel corso dell’ultima comunicazione radio in partenza dalla cabina di pilotaggio del Boeing della Malaysian Airlines scomparso sabato. A rivelarlo – stando a quanto riportato oggi dal Singapore Straits Times – è stato l’ambasciatore di Kuala Lumpur a Pechino, Iskandar Sarudin, durante un incontro con i parenti dei passeggeri, perlopiù cinesi, imbarcatisi a bordo dell’aereo. Le parole pronunciate da uno dei piloti sarebbero arrivate nel momento in cui il volo passava dallo spazio aereo malese a quello vietnamita.
TRAFFICO DI ESSERI UMANI – Mentre si allontana la pista terrorismo, prende sempre più piede quella del traffico di esseri umani. I due sospetti identificati dalle autorità non sono collegati a cellule terroristiche e l’Interpol è convinta: “Potrebbero essere stati rapiti per poi entrare nella tratta degli esseri umani“.
DENUNCIATO IL COPILOTA – Il copilota dell’aereo scomparso della Malaysian Airlines aveva invitato due giovani ragazze sudafricane nella cabina di pilotaggio durante un altro volo. Lo ha raccontato una delle due ragazze, la bionda Jonti Roos, al quotidiano australiano A Current Affair. Il copilota, Fariq Abdul Hamid, 27 anni, aveva invitato le due ragazze nella cabina di pilotaggio, dove sono rimaste a chiacchierare per tutta la durata del volo da Pukhet a Kuala Lumpur. Sia lui che il pilota hanno fumato varie sigarette, malgrado sia vietato, e si sono fatti fotografare con le due ragazze. Era stato uno stewart a portare l’invito alle due sudafricane, appena si erano sedute ai loro posti. La Malaysian Airlines ha espresso «choc» per le dichiarazioni della Roos, dicendo di prenderle molto sul serio. Si tratterebbe infatti di gravi violazioni delle procedure di sicurezza. Nel caso del volo scomparso, il primo pilota, Zaharie Ahmad Shah, 53 anni, viene descritto come un veterano degno della massima fiducia.
IL SEGNALE – Le squadre di ricerca e soccorso impegnate nelle operazioni di perlustrazione in mare per individuare eventuali tracce del Boeing della Malayisan Airlines scomparso improvvisamente sabato sanno che il segnale emesso dalle scatole nere per consentire il loro ritrovamento può esaurirsi anche in 30 giorni. I due registratori di bordo contengono uno le ultime due ore di voci e comunicazioni interne alla cabina di pilotaggio, l’altra tutti i dati relativi al volo. Il segnale emesso dalle scatole nere – programmato per resistere almeno 30 giorni – può essere captato da una distanza massima di alcune miglia, scrive il Washington Post, ricordando che i registratori di volo sono costruiti in modo da resistere a grandissima profondità, fino a seimila metri, e sopportare temperature fino a duemila gradi, oltre ad impatti violentissimi. Il quotidiano americano ricorda inoltre il caso del disastro aereo dell’Airbus 330 dell’Air France precipitato in mare dopo il decollo da Rio de Janeiro per Parigi nel giugno del 2009: in quel caso le scatole nere vennero rintracciate e recuperate quasi due anni dopo l’incidente e risultarono perfettamente leggibili.
Fonte: leggo.it