Sembra la trama di un film americano, noto per originalità a grandi e piccini. Sembra. Perché pare che a Cosenza accada realmente. Il Mab, noto museo cittadino infatti, conosciuto per la sua peculiarità di vivere sotto le stelle, il sabato notte (e a volte anche il venerdì) si rianima, lasciando entrare i giovani cittadini con le loro auto verso un noto locale adiacente alle opere architettoniche. Lo fa in maniera silenziosa, lontano dagli occhi indiscreti delle autorità vigilanti che al contrario guardano ovunque durante il giorno. E sempre, a quanto pare. Un’immensa mole di automobili parcheggiate accuratamente lungo l’isola riservata ai pedoni della città, come se a terra fossero dipinte delle strisce invisibili. Che poi per giunta non sono nemmeno blu. Insomma se al mattino c’è il rischio di sbagliare manovra e buttare giù importanti opere, oltretutto di valore economico non indifferente, la notte il problema torna a riproporsi. Un’area della città che dovrebbe essere sbarrata al transito dei veicoli viene invece trasformata in parcheggio dagli amanti della movida cosentina. Dalle traverse limitrofe di corso Mazzini le auto si portano direttamente davanti l’ingresso del locale, “altrimenti c’è il rischio di bagnarsi, quando piove”, così si giustificano. E parcheggiano. L’amministrazione comunale disconosce il fenomeno, lo apprende dai media e con molto rammarico prende provvedimenti. O almeno questo è quello che ci si augura. E allora forse si spiega il motivo per cui l’artista francese Sosno autore dei contemporanei Bronzi di Riace ne rappresenta solo i contorni, come se quella sagoma i due l’avessero solo oltrepassata. Magari per chiedere un compenso remunerativo ai conducenti che di notte lasciano entrare.
