DUSSELDORF – Adolf Hitler, responsabile dello sterminio di milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale, sarebbe intervenuto per salvarne uno, Ernst Hess, suo ufficiale in comando durante la prima guerra mondiale. Infatti il Fuhrer avrebbe scritto una lettera per concedere protezione e sicurezza all’uomo.
La lettera sarebbe stata rinvenuta in un vecchio archivio della Gestapo di Dusseldorf, dal giornale tedesco “La voce ebraica della Germania“, e sarebbe datata 27 agosto 1940. Il dispaccio era diretta a Heinrich Himmler, temuto paramilitare delle SS e uno dei principali architetti della Soluzione Finale, il quale riceveva l’ordine, direttamente dal Fuhrer, di concedere protezione a Hess, il quale non era considerato “inopportuno per nessuna ragione”.
Ernst Hess era stato battezzato protestante ma era considerato ebreo in quanto la madre lo era a sua volta. Perso il lavoro di giudice, e subite diverse violenze da parte dei nazisti, Hess riparò in Italia con la famiglia nel 1936. Da qui scrisse anche una lettera ad Adolf Hitler, implorandolo di fermare la persecuzione verso gli ebrei. Il Fuhrer ignorò questa richiesta, ma aiutò, anche se in maniera ridotta, l’uomo trasferendo la sua pensione in Italia e permettendogli di di liberarsi dei simboli che gli ebrei doveva portare addosso per essere riconosciuti. Tuttavia nel giugno 1939, con le Opzioni in Alto Adige, la popolazione tedesca venne rimpatriata, e così la famiglia Hess dovette tornare in Germania, pensando comunque di essere al sicuro per i buoni rapporti intrattenuti con Hitler.
Così non fu. La sorella, Berta, fu deportata ad Auschwitz, dove poi fu uccisa, con ordine firmato direttamente da Adolf Eichmann, una dei principali artefici dello sterminio; anche la madre venne deportata, ma riuscì a fuggire in Svizzera. Nel giugno 1941, Ernst venne convocato presso l'”Ufficio di arianizzazione” di Monaco di Baviera, dove presentò l’ordine di protezione firmato direttamente da Hitler, ma questo venne rifiutato, facendo di lui un “ebreo come tutti gli altri“. L’uomo passò il resto della guerra a lavorare come uno schiavo, salvandosi solamente perchè sposato con una Gentile, ovvero una non ebrea.
Finito il conflitto divenne capo della Eisenbahn-Bundesamt, le ferrovie statali tedesche, di Francoforte fino alla sua morte nel 1983. Da quel giorno di maggio 1941, quano la lettera venne confiscata a Monaco, nessuno, nemmeno Ernst e la sua famiglia, aveva più saputo niente di quella lettera; fino ad oggi.