“Volevo capire cosa si prova ad uccidere un uomo”. Lo ha detto Bamboo Flute Blanchard, giovane diciottenne di Gainesville, piccolo centro della Florida capoluogo della Contea di Alachua, che ha avuto provare la “ebbrezza” di fare fuori non un uomo qualsiasi ma il papà col quale condivideva lo stesso tetto. Il povero cinquantaquattrenne guardava tranquillamente la televisione a letto quando è stato raggiunto dal figlio che lo ha colpito al petto con un coltellino a serramanico, e non ha preso coscienza subito dell’accaduto: credeva di aver ricevuto solamente un pugno, prima di veder fuoriuscire il sangue dal suo corpo – ha confidato alle autorità. Il ragazzo aveva in un primo momento indirizzato l’arma contro se stesso, ma non ha avuto il coraggio di farsi del male, pensando bene di farlo all’uomo che lo ha messo al mondo. Agli inquirenti che lo hanno interrogato non ha aggiunto altro alle assurde parole con cui ha commentato il folle gesto, il tentato omicidio per il quale la polizia locale lo ha condotto all’arresto lo scorso 25 giugno. Il dramma proveniente dalla lontana America, dove gli episodi di violenza abbondano in forme sempre nuove e sorprendenti per divenire modelli di riferimento in alcune menti, lascia aperti ovunque gli interrogativi sui luoghi nei quali l’individuo può ritenersi al sicuro. Un tempo ai primi posti vi erano le mura domestiche.
