RAGUSA – L’ennesima tragedia si è consumata nelle acque del ragusano. In fuga dalla guerra o alla ricerca di maggior fortuna, gli immigrati sono costantemente in viaggio sulle carrette del mare alla volta delle nostre coste. Le tragedie purtroppo non mancano. Ieri non ce l’hanno fatta in tredici, che sono annegati nel tentativo di raggiungere a nuoto la riva di Scicli. A dare l’allarme alcuni turisti che erano in spiaggia. Gli immigrati, circa 150-200, erano su un’imbarcazione di 8 metri: numeri che fanno rabbrividire. Immediatamente sono stati assistiti dalle forze dell’ordine e da alcuni volontari. Il barcone si è arenato in località San Pieri di Modica a circa 15 metri dalla riva. Da lì il tentativo di raggiungere la terra a nuoto. In queste ore si cercano ulteriori dispersi e alcuni uomini che, raggiunta la terraferma, sarebbero fuggiti. Due persone sono state fermate con il sospetto di essere gli scafisti. Il traffico di clandestini continua imperterrito. Diverse inchieste degli ultimi anni hanno messo alla luce il coinvolgimento diretto di molte organizzazioni criminali nella gestione degli arrivi dei clandestini in Italia. Un vero affare che mobilita affiliati alla ndrangheta, alla mafia siciliana e a quella turca. Un’emergenza che sembra essere continua, interminabile, dove cambiano solo i protagonisti e la data. Anche la gente ormai si è fatta l’abitudine, come se fosse una notizia logora, stantia, che non fa notizia. Gli ingredienti principali sono sempre gli stessi: naufragio, morti, criminalità. Non fa stupore che il posto sia famoso per altri sbarchi. Un’incidente analogo avvenne il 18 novembre 2005. In quella data a perdere la vita furono in 25. E questa notizia diviene quasi un semplice aggiornamento statistico, purtroppo.
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