Si chiama Saeed Malekpour, ha 35 anni, è iraniano e vive in Canada. Fa il programmatore.
Il Guardian ci racconta la sua storia: nel 2008, appena è sceso dall’aereo che lo riportava nel suo paese d’origine, Malekpour è stato arrestato. Ora è in cella in attesa dell’esecuzione capitale. Il motivo? “Aver creato e moderato -scrive la testata inglese- siti web con contenuti per soli adulti, in questo modo agendo contro la sicurezza nazionale, insultando ed infangando i principi dell’Islam, ed agitando l’opinione pubblica”. In Iran del resto già la sola fruizione di contenuti pornografici è vietata dalla legge.
La famiglia del programmatore ritiene che l’accusa sia infondata. “Da Toronto -prosegue il Guardian- Fatemeh Eftekhari, la moglie di Malekpour, ha detto che suo marito è stato informato della sentenza ed è stato trasferito in confino d’isolamento perchè la sentenza sarà eseguita se la Corte suprema la confermerà. Afferma inoltre che suo marito era niente più che un web programmer che aveva scritto un programma di photo uploading che è stato poi usato in un sito porno senza nessuna autorizzazione”.
Il procuratore generale Abbas Jafari Dolatabadi ha dichiarato ai giornalisti che a Teheran sono state condannate a morte due persone per aver gestito siti porno.
Un anno dopo l’ arresto, Saeed Malekpour ha confessato la sua colpevolezza ma più tardi ha ritrattato le confessioni in una lettera mandata dall’interno della prigione: “Una larga parte della mia confessione è stata estratta sotto pressione, tortura fisica e psicologica, minacce a me e alla mia famiglia, e false promesse di un rilascio immediato se avessi rilasciato una falsa confessione sottoscrivendo qualsiasi cosa gli interroganti stessero dettando” ha scritto.
Secondo l’ International Campaign for Human Rights negli ultimi due mesi in Iran sono state impiccate 121 persone; secondo un altro studio la media è stata di una persona impiccata ogni 8 ore dall’inizio dell’anno.