Quando si sentono tuonare i politici Lumbard i quali affermano che al nord la mafia non c’è mai stata, mi si accappona la pelle. Mi vengono in mente tanti fatti di maiosi messi al confino negli anni passati e tradotti nelle regioni settentrionali. Rivedendo le cronache di quel tempo, assieme al buon Minardi, gli ho chiesto di riscrivere un articolo sulla nostra rivista on line “Il Secolo XX”, dove lui stesso fu narratore a quel tempo di fatti di cronaca. Ed eccomi acontentato, Il fatto accadde nel 1964 e Bergamo fece la conoscenza ufficiale di uno dei boss più famosi del tempo: Genco Russo, per gli amici fedeli “Zu Peppe”.
Dalla lettura dell’articolo si capisce perchè a quel tempo, lo sbarco di Genco Russo, fu mal visto dai giornali locali e soprattutto nazionali con sede al nord. La presenza di un boss mafioso avrebbe sicuramente influito sulla malavita nostrana, che fino a quel momento aveva brillato i luce propria e non aveva bisogno di altri incoraggiamenti. L’ingresso di Gemco Russo nel tessuto orobico, può spiegare i sequestri di persona ai danni di Panattoni, Rumi, Bolis e il Conte Albini ed altri ancora, avvenuti successivamente alla sua data di ingresso a Lovere.
Il mio è un semplice invito a utti coloro che affermano che al nord la mafia non c’è mai stata, di andare a leggere la cronaca che va dagli anni sessanta agli anni ottanta. In particolare date un’occhiata al prosieguo dell’articolo e vi renderete conto del contrario.