Aveva presentato una denuncia-querela lo scorso anno al comando stazione dei Carabinieri, di Biancavilla (CT), il signor Giovanni Galvagno, 45 anni, sostenendo che le discariche abusive di amianto disseminate in tutte le aree circostanti del suo paese, la forte presenza di fluoro-edenite (una fibra asbestiforme, unica nel suo genere, e rinvenuta solo a Biancavilla), era la causa del mesotelioma pleurico, il tumore di cui soffriva. Adesso Giovanni Galvagno è morto. Padre di quattro figli, da tempo lottava per avere giustizia e anche su facebook non mancava di rilanciare le sue ragioni, Per la statistica si tratta del decesso numero 47 che si ritiene imputabile a questo micidiale killer che a Biancavilla è diventato di casa dal 1997 quando venne riscontrata un’alta percentuale di tumori alla pleura. Ma in realtà miete vittime già molto prima secondo i suoi abitanti. A corredo della sua denuncia, aveva allegato anche decine di fotografie di materiale di risulta di eternit, dai vasconi ai tubi, alle onduline, tutto in deperimento da cui, quindi, come si evince dalle stesse fotografie, emerge il rischio morbigeno delle fibre di amianto, legato a condotte che assumono, appunto, rilevanza penale.
Biancavilla sorge alle pendici di Monte Calvario, ai piedi dell’Etna e, sin quando le ruspe vi hanno scavato una enorme cava per ricavare sabbia per costruzione, nuvole di fluoro-edenite hanno coperto per anni il paese. La cava è divenuta soprattutto fonte delle fibre cancerogene contenute nelle rocce, frantumate fino al 1998 per ricavarne materiale per l’edilizia. Con la fluoro-edenite è stato costruito tutto a partire dagli Cinquanta, comprese scuole, strade ed edifici pubblici. Per questo motivo Biancavilla è stata dichiarata sito di interesse nazionale per la bonifica, ma sinora poco o nulla è stato fatto per bonificarla e lo stesso Galvagno, aveva denunciato anche questa gravissima inadempienza. Le cave sono state chiuse nel 1998 3 le strade sono state tutte nuovamente bituminate. “La cosa necessaria è intrevenire sull’area di casa, cosa che abbiamo fatto, sugli edifici pubblici e sulle aree private. Adesso speriamo che lo Stato ci dia i soldi per intervenire sulle aree private. Aspettiamo che lo Stato ci dia i soldi, per intervenire sulle facciate delle case” dice il dice Rosario Di Stefano, responsabile igiene pubblica. Secondo i sanitari, i decessi di oggi riguarderebbero persone che hanno avuto contatti con la fibra killer vent’anni fa.