Gela – Disabili e bambini costretti a vivere come animali in una casa-letamaio a Gela, nel quartiere Fondo Iozzo. “Mai un caso del genere, mai un degrado simile, mai un simile dileggio dei diritti sacrosanti dei bambini. Mai abbiamo mai visto tutto questo – dice il procuratore dei minori, Simona Filoni – In una stanza i militari hanno trovato riverso su un materasso lercio un bambino in uno stato completo di torpore ed abbandono. Un odore nauseabondo ovunque”. Nella casa lager vivevano in nove, in condizioni igieniche definite dalla procura minorile “indescrivibili ed incompatibili con i requisiti minimi di dignità immaginabili per gli essere umani”. Nel rapporto sul sopralluogo degli inquirenti si legge che la casa era senz’acqua e “piena di sporcizia, con panni sporchi ed immondizia accatastati in ogni angolo, cicche di sigarette e cenere sparse per terra, muffa e ragnatele sui muri, servizi igienici sporchi, maleodoranti ed inagibili”, con “notevoli tracce di escrementi essiccati sui pavimenti”. Qui viveva una famiglia composta da un pensionato di 67 anni, due figli disabili di 33 e di 30 anni, una figlia di 40 anni, un terzo figlio 38enne (l’unico che lavora) sposato, con moglie e tre bambini disabili (una femmina e due maschietti) rispettivamente di sei, quattro e due anni. Gli investigatori ipotizzano a carico del capofamiglia i reati di violazione dell’obbligo di assistenza familiare e di maltrattamenti in famiglia. L’ufficio di igiene dell’Asp di Caltanissetta ha dichiarato inagibili i locali. Gli adulti vivono però ancora lì in attesa di una diversa sistemazione. E’ stato disposto l’affido dei minori ad una struttura protetta. “Sono minori mai segnalati al nostro ufficio dagli organi competenti e dai servizi sociali di Gela – ha spiegato la dottoressa Filoni – nonostante si tratti di un nucleo fortemente disagiato per il solo fatto che anche i soggetti adulti che lo compongono sono portatori di handicap”. Questa storia si è potuta conoscere grazie alla segnalazione di un vicino di casa, risultava ignota anche all’assistenza sociale della città