La Tanzania è uno dei paesi più poveri dell’Africa. La speranza di vita, per un abitante tanzaniano “normale” è di circa 50 anni. Se poi si ha la sfortuna di nascere albini in Tanzania, allora le cose vanno ancora peggio.
Si, perchè in Tanzania è ancora diffusa la credenza che gli albini siano speciali. In qualche modo, speciali lo sono davvero, ma non certo nella maniera in cui viene inteso dagli stregoni locali. Gli albini sono persone prive di pigmentazione nella pelle, nei capelli e negli occhi: nel mondo si conta 1 albino ogni 20.000 abitanti, ma in Tanzania la percentuale è incredibilmente più alta, visto che si conta 1 albino ogni 1.400 abitanti. Se si considera che la popolazione della Tanzania è di oltre 44 milioni di persone, il numero totale di tanzaniani affetti da albinismo è di circa 20 mila unità. Si tratta, però, di un numero approssimativo, perchè se in un paese come la Tanzania è già difficile fare un censimento, lo è ancora di più a proposito degli albini.
Infatti, la maggior parte di queste persone, se non la totalità di esse, vive praticamente nel terrore o nascosta. E non solo perchè la luce e il sole sono un nemico terribile per la pelle. Il motivo più serio di tanta paura è dato dall’ignoranza e dal pregiudizio che la popolazione “normale” ha nei confronti degli albini. C’è chi li considera come i fantasmi di persone morte, chi li considera portatori di sventura per le famiglie di appartenenza. Ci sono poi gli stregoni locali che li considerano fondamentali per la creazione di amuleti e pozioni magiche per guarire dall’Aids (altra piaga del Paese) o da altri problemi di salute e non.
Come testimoniato anche dall’Alto Rappresentante dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, la situazione è davvero tragica. Negli ultimi anni sono almeno 70 gli albini che hanno perso la vita in seguito ad aggressioni violente, mentre almeno altri 30 sono rimasti feriti, riportando comunque gravi mutilazioni. Si, perchè l’obiettivo di questi assalti non è tanto l’eliminazione fisica dell’albino, quanto la depredazione degli arti o di altre parti del corpo, “utili” appunto agli stregoni per compiere i propri rituali magici e creare gli amuleti più vari. Cosi, capita che le donne albine vengano prima stuprate (perchè si ritiene che questo serva a sconfiggere l’Aids) e poi smembrate. Stessa sorte capita agli uomini, a cui però viene evitata la parte dello stupro. Nessuna differenza con i bambini e le bambine. Addirittura non c’è nessuna pietà per le tombe degli albini, che vengono regolarmente profanate da persone che definire senza scrupoli è ovviamente riduttivo. Ma del resto, se oltre il 50% della popolazione della Tanzania vive al di sotto della soglia di povertà e con appena 1 dollaro al giorno, mentre un albino (o meglio le sue parti: orecchie, lingua, naso, genitali e arti), può arrivare a valere 75.000 (settantacinquemila) dollari, è chiaro che il problema rimane tutt’altro che facile da risolvere.
Eppure in Tanzania c’è chi ci sta provando a reagire, a proteggere gli albini, a far capire alla gente che non si tratta di fantasmi o peggio ancora di carne da macello. Nel 2010, da un’idea di John Haule (ex giocatore di calcio a livello semiprofessionistico), è nata la squadra più strana e allo stesso tempo coraggiosa della Tanzania: la Albino United.
Albino United è anche il nome di un documentario che parla, appunto, della squadra e della situazione degli albini in Tanzania. Già dal nome è facile intuire quale sia la caratteristica principale della squadra: è costituita, per la maggior parte, da ragazzi albini. Haule racconta così gli inizi di questa straordinaria esperienza: “Tutti pensavano che io fossi un pazzo e anche che la cosa potesse essere molto pericolosa”. Invece, dopo un inizio tutt’altro che facile e caratterizzato da numerose sconfitte e dalla derisione del pubblico, le cose sono notevolmente migliorate. “All’inizio le cose non andavano bene – prosegue Haule – la squadra aveva bisogno di migliorare, per far vedere alla gente che anche gli albini possono giocare a calcio, che possono festeggiare, che alla fine sono uguali agli altri“. Nonostante in molte zone l’autobus della squadra sia costretto a viaggiare scortato nemmeno fosse carico di oro (ma ricordate quanto può arrivare a valere un albino?), adesso si parla dell’Albino United anche per le sue imprese sportive. E’ evidente che da soli, i dirigenti e i giocatori di questa squadra straordinaria, non possono cambiare la mentalità delle persone. Mentalità plasmata da secoli e secoli di stupide credenze. Il fatto stesso, però, che ci stiano provando è da applausi. Sarebbe bello che le varie federazioni, ma anche la Fifa e i tanti, troppi fotomodelli protagonisti negli stadi europei facessero qualcosa. Ma non è mai troppo tardi per questo.